mercoledì 14 dicembre 2016

CAMPIONI NON SI NASCE









Continuano gli incontri nelle scuole superiori di  Roma organizzati dalla Vivi Vejo ONLUS per sensibilizzare i giovani sulle capacità acquisite da un disabile visivo.
In un'Aula Magna   del Convitto Nazionale in Via Monte Grappa a Roma , gremita di studenti dal 15 ai 18 anni  il Campione di Nuoto Fabrizio Sottile ha portato la sua testimonianza forte, chiara e toccante.
A soli 17 anni, durante un allenamento in piscina, Fabrizio si è accorto di  non riuscire più a leggere il cartellone elettronico sulla parete.  Dopo svariate visite oculistiche e diagnosi errate ha scoperto di essere affetto da una rarissima malattia mitocondriale, la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber, che porta alla cecità e per la quale non c'è ancora una cura.
Fabrizio ha continuato i suoi allenamenti entrando nel mondo dei paralimpici e incontrando persone senza braccia o gambe che riuscivano a fare le cose più incredibili, ma questa volta le vedeva sotto un profilo diverso, apprezzandoli come veri campioni.
"C'era gente che riusciva a mangiare utilizzando i piedi perché senza mani" ci ha detto Fabrizio " ma per me sono davvero grandi perché non si lasciano andare ma si spingono a vivere la loro vita al massimo".
così ha fatto lui, approdando a Londra, Berlino e vincendo la medaglia di bronzo.
"La gente non capisce perché non sa nulla di questo mondo.  Mi guardano e a volte non ci credono perché io, con circa 1/500 di vista, da fuori sembro un vedente ma in realtà vedo ben poco.  La gente crede che il cieco totale veda solo buio ma ci sono gradazioni diverse e la legge parla chiaro.  A volte è più difficile riadattare la propria vita alle forme e luci strane che scambiamo per altre cose che ad essere nati senza avere mai visto"
I ragazzi hanno fatto tante domande dimostrando di avere provato, almeno per qualche minuto, ad immedesimarsi in lui, il vero Campione.
"ma come fai a relazionarti con gli amici?  E le ragazze?"
"Le difficoltà sono tante e la cosa che mi manca di più è di non poter mai guidare una  macchina, anche se esiste un'Associazione che da la possibilità anche ai ciechi di provare questa emozione, naturalmente non per le vie della città.
E' difficile dover sempre chiedere agli amici un passaggio, non avere più la propria indipendenza, ma per il resto Fabrizio continua a studiare e spera di diplomarsi i Massoterapia  grazie all'utilizzo di sistemi tiflotecnici e sintesi vocali.
"Questi ragazzi a volte non accettano il fallimento", ci spiega la Responsabile del convitto Nazionale. "E' utile organizzare questi incontri proprio per dimostrare che anche chi sembra più debole perché affetto da una grave malattia o una invalidità non si deve lasciare andare ma può essere comunque un campione, senza dover essere per forza sempre il primo della classe.
I nostri incontri continueranno anche nei mesi prossimi  per portare le nostre testimonianze che aiutano i giovani a crescere, ampliando le menti e la conoscenza.  Il disabile di oggi è diventato il vero campione della nostra società.  Chi ha seguito le Paraolimpiadi sarà certamente d'accordo.

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