domenica 18 marzo 2018

UN'ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CHE FUNZIONA DAVVERO





Come descrivere le emozioni che si provano quando ci si siede intorno ad un tavolo con i ragazzi del Liceo, Terzo anno, età sedici anni, con il mento nella mano e orecchie ben aperte mentre i nostri amici non vedenti spiegano come si cammina con un cieco, come vive oggi il non vedente, quante sono le differenze anche tra i ciechi, le loro difficoltà ma anche le loro numerose capacità
..  Si è svolto mercoledì mattina 14 marzo presso l'Aula Magna del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II in Piazza Monte Grappa a Roma l'addestramento di dodici ragazzi che partecipano con la vivi Vejo ONLUS all'Alternanza Scuola Lavoro con il Progetto sulle Disabilità Visive, il Progetto Integrazione, il Progetto Informatica per la Terza Età e il Progetto a favore dell'Ambiente.
Hanno partecipato Antonio Grauso, ex militare e non vedente da una decina di anni; Fabrizio Marini, Massimo esperto di mobilità a Roma per i non vedenti e membro dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipo Vedenti e Adele Masci, anche lei non vedente e Professoressa di Lettere del Liceo.
E' molto importante comprendere il mondo di chi non vede e sapere che chi non può comunicare con gli occhi può comunque confidare nell'udito, nel tatto, nell'olfatto e rimane comunque la stessa persona che sarebbe se fosse in grado di vedere.  La tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e i non vedenti possono ora anche uscire di casa da soli ed essere guidati dalle sintesi vocali dei loro cellulari, che li avvisano di eventuali ostacoli, li guidano lungo il  loro percorso e li avvisano quando arriva un mezzo pubblico o quando è ora di scendere.
I ragazzi entrano nel mondo del cinema e del teatro con l'audio descrizione e comprendono che cosa vuol dire integrazione, nel vero senso della parola.
Allo stesso tempo i ragazzi iniziano a crearsi un curriculum che li accompagnerà per sempre durante la loro vita lavorativa, crescendo con l'esperienza di un lavoro offendo aiuto ad un altro essere umano, diverso solo perché è stato privato del senso della vista.
Insieme ai ragazzi, i non vedenti hanno camminato su e giù per le scale, nel giardino sottostante e lungo i marciapiedi verso il viale: una zona bella di Roma ma pur sempre resa difficile nell'accessibilità dai cittadini che parcheggiano selvaggiamente sulle strisce o in seconda fila, o dalle buche che riempiono i marciapiedi, dai motorini e biciclette parcheggiate sui marciapiedi e dalle siepi e i rampicanti che crescono troppo al di la dei muri finendo inevitabilmente in faccia di chi cammina dritto per la sua strada senza vederli pensando di trovare libero il percorso.
Un'esperienza di vita, non solo di lavoro.
Noi ringraziamo il convitto per l'apertura  che ha dimostrato con questa collaborazione e sensibilità.  I ragazzi sono fantastici, educati e maturi e la nostra speranza che riescano a rendere il futuro di questo paese migliore ci solleva.

di Paula Morandi

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