giovedì 25 gennaio 2018

"Ho mandato il curriculum e mi ha risposto: ma e' sordo!"



Alexandra Nötzlli, presidente della Federazione dei sordi, racconta delle discriminazioni cui sono confrontate le persone audiolese.

Sono 52 i casi di discriminazione che la Federazione svizzera dei sordi ha raccolto nel corso del 2017. Segnalazioni giunte da tutta la Svizzera, che la Federazione ha raccolto in un documento, nel quale denuncia una situazione "intollerabile": nonostante un quadro giuridico che tutela le persone sorde e audiolese, sono ancora troppe le persone che subiscono disparità di trattamento, sia nel settore della formazione, del mondo del lavoro, che dei trasporti e della sanità. Ticinonews ne ha parlato con Alexandra Nötzli, direttrice regionale per la Svizzera italiana della Federazione Svizzera dei Sordi.

Signora Nötzli, quali sono le principali difficoltà o discriminazioni che subiscono le persone sorde o audiolese?
"Le discriminazioni spaziano in vari campi, ma la problematica inizia fin dalla nascita. I bambini subiscono una prima discriminazione quando sono gli altri a decidere per loro, quando cioè spingono il bambino a integrarsi in un mondo che non è il loro. C'è chi viene educato a parlare e a leggere il labiale, chi con la lingua dei segni. Ma loro non hanno scelta, ciò costituisce una prima discriminazione. Questo viene portato avanti nel mondo scolastico e quello lavorativo. C'è chi per esempio, leggendo un curriculum di una persona sorda, si rifiuta di concedere un colloquio di lavoro, nonostante la persona abbia tutte le carte in regola per presentarsi per l'impiego offerto. A scuola ci sono operatrici di sostegno che seguono i ragazzi e li aiutano con la lingua dei segni, ma le possibilità sono ridotte. Ci sono poi enti pubblici che si rifiutano di avere degli interpreti, quando invece per legge è un diritto di ogni persona sorda. Spesso per esempio vengono organizzate riunioni orali, per la quale una persona sorda può richiedere un interprete. Ma molti enti pubblici si rifiutano perché devono accollarsi i costi. In questo caso come Federazione interveniamo e spieghiamo ciò che si può fare".

Qual è l'aiuto che viene fornito dalla Federazione in questi casi?
"Offriamo un servizio giuridico. Ogni caso è diverso e viene analizzato nel dettaglio. Si può dare un aiuto concreto alle persone sorde, spiegando loro quali sono i loro diritti e qual è il loro margine di azione. A volte li aiutiamo a scrivere delle lettere o ad inoltrare dei ricorsi. Allo stesso tempo informiamo anche gli enti: ce ne sono alcuni che magari non sono al corrente che per legge devono fornire degli interpreti e allora spieghiamo loro la situazione. Il campo del lavoro è invece più difficile perché vige la legge sul lavoro. Si può fare causa per un atto discriminatorio, ma bisogna dimostrarlo e l'iter può diventare molto lungo".

Può farci qualche esempio concreto di discriminazione?
"Ho per esempio seguito personalmente il caso di una persona sorda che ha richiesto l'interprete per un appuntamento medico, ma il dottore non glielo ha comandato. Tre settimane prima dell'appuntamento mi sono quindi rivolta alla Procom (il servizio che offre interpreti) per riservare una traduttrice. È importante farlo per tempo visto che in Ticino ci sono solo 6 interpreti e quindi c'è il rischio che nessuno sia libero. Per una persona sorda è importante avere qualcuno che gli dia informazioni adeguate, senza che debba esserci sempre un famigliare con loro.
La lista delle discriminazioni non finisce certo qui. Ho per esempio inviato il curriculum di una persona sorda per il posto di un cuoco. Il riscontro è stato: ma è sordo! Inutile dire che non ho più avuto notizie dal datore di lavoro. È un atteggiamento tipico. Non è tanto la cattiveria delle persone a prevalere, ma la paura di non sapere come comunicare con le persone sorde. Eppure sono persone come le altre.
Ci sono poi anche casse malati che negano aiuti finanziari, per esempio per apparecchi acustici o aiuti in logopedia. Spesso la risposta è: tanto non serve a niente".

Ci sono state più discriminazioni nel 2017 rispetto agli anni passati?
"I dati sono stati valutati per la prima volta l'anno scorso, quindi non ci sono cifre da paragone. Però posso dire che riceviamo più segnalazioni visto che le persone sono state sensibilizzate a contattare i servizi legali".

Si possono fare differenze regionali?
"Ci sono, anche se non si può parlare in generale visto che dipende dai singoli temi. Questo è anche dovuto dalle differenze di regolamentazione a livello cantonale. Queste differenze apportano però anche a delle libertà per portare avanti progetti individuali e fungere da esempio per gli altri. Il Ticino per esempio offre delle soluzioni nell'ambito scolastico molto positive, anche se non ancora a livello di bilinguismo (italiano e lingua dei segni). L'insegnamento della lingua dei segni a volte è essenziale per trasmettere la materia scolastica e i rimedi di sostegno aiutano i bambini e ragazzi".

Essere sordi non è considerata una disabilità dalle assicurazioni sociali. Ciò costituisce un vantaggio o uno svantaggio?
"È difficile da dire. Da un lato è bello sapere che vengono accettate come persone capaci, ma quando vedo singoli casi può anche essere uno svantaggio. Per ogni piccolezza devono combattere per sussidi più di altri, rispetto per esempio a persone che sono in sedie a rotelle e hanno un handicap "più visibile"".

La Federazione si è schierata apertamente contro l'iniziativa No Billag. Il canone finanzia infatti anche sottotitoli e trasmissioni in lingua dei segni. Senza canone, ci sarebbe un'ulteriore discriminazione nei confronti dei sordi?
"Senza canone i sottotitoli e la traduzione in lingua dei segni verranno probabilmente a mancare per questioni finanziarie. Non credo che le televisioni private saranno a favore di questi servizi, anche se per legge sono obbligate ad avere una comunicazione anche per le persone sorde e audiolese. Sarebbe un'ulteriore discriminazione. Proprio per questo motivo il 7 febbraio faremo un'azione di sensibilizzazione a Lugano per informare la popolazione cosa può comportare l'iniziativa per i sordi. In Ticino le persone sorde sono circa tra le 600 e 800, ancora maggiore è la cifra delle persone deboli di udito…".

Come Federazione fate diverse azioni di sensibilizzazione. Tra queste anche il "Café des signes". Come funziona?
"Il Café des signes offre la possibilità di conoscere il mondo dei sordi. In pratica i ristoranti ci offrono la possibilità di far lavorare persone sorde e il cliente si trova a comunicare in maniera diversa rispetto al solito. Questo tramite gesti, il labiale, con un foglio o imparando la lingua dei segni. Una vera e propria sfida. L'ultimo "Café des signes" l'abbiamo proposto durante Locarno on Ice, dove avevamo a disposizione un igloo. È stata un'esperienza molto interessante: c'erano persone che inizialmente si sono trovate in difficoltà, ma poi si sono abbattute le barriere e hanno scoperto che riescono benissimo a comunicare con i sordi che, come noi, hanno la loro personalità. Grazie a questa esperienza ci sono persone che hanno deciso di fare un corso in lingua dei segni. Il riscontro positivo ci incita a seguire la strada dei Café des Signes per la sensibilizzazione. Il prossimo si terrà il 1° marzo al ristorante Gazzaniga a Bellinzona: la cena verrà servita direttamente da persone sorde. Il 28 aprile se ne terrà un altro nell'ambito della Special Cup in Piazza del Sole a Bellinzona. A disposizione ci sarà un supporto tecnologico, come un'App e un dizionario online per introdurre alla lingua dei segni. È un modo per conoscere questo mondo e abbattere barriere"."Ticino Notizie del 25-01-2018


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